Palermo
Tutti in centro
Ieri deserto, forse ingolfati tra una sedia e l’altra del pranzo, oggi tutti in centro, a digerire gli avanzi della notte prima.
Una fiumana di gente, di cui intercetti gli umori, che vuoi o non vuoi, ti investono. Molti umori, tanti soltanto repertorio, pochi altri eccezioni a quel repertorio, e come tali lo confermano:
c’è il fotografo solitario, reflex a tracolla col superobiettivo a cannone, dall’aria delusa, forse perché cercava originalità senza trovarla, rassegnato alle luminarie; c’è il camminatore solitario, impensierito e infastidito, forse un acerrimo nemico del sistema; c’è il vecchio curvo sul suo tè caldo nel suo piccolo cantuccio, cantuccio che onora come fosse un isolatissimo avamposto di frontiera della Transiberiana; c’è una donna dal portamento regale, splendida, e soprattutto semplice, non ha i tacchi, no, veste jeans e stivali bassi e un trequarti e guarda dritto davanti a sé con un mezzo sorriso di felicità, l’altro mezzo chissà ma non ha l’aria di darsi per vinta; c’è quel gruppo di ragazzi che si parlano animatamente al tavolo, un tavolo incredibilmente sguarnito di cellulari, tante volte posati a cuccia come cani fedeli.
Questi gli sprazzi di originalità in una brevissima occhiata in giro, nel pomeriggio di Santo Stefano.
Chissà, a stare un po’ più a lungo.
[26 dicembre 2018]